Brand protection: strategia attraverso acquisto domini
In un contesto come quello del web, ha senso parlare di brand protection? La risposta è: assolutamente sì. Dal momento che le regole di controllo dell’advertising online sono molto sfocate e ben lontane dall’essere chiare, capita sempre più spesso che i brand, attraverso i propri nomi, vengano usati per promuovere contenuti non inerenti o addirittura prodotti dei propri competitor. O ancora che il brand venga usato per spammare o per essere associato a contenuti che influenzano negativamente la propria immagine.
Di conseguenza diventa fondamentale proteggere il tuo brand anche, e soprattutto, su Internet e quindi il/i dominio/i ad esso associato/i.
La pratica è questa: si acquistano domini associati a nomi di prodotti, brand e/o personaggi noti per rivenderli direttamente ai veri proprietari o in generale per trarne un profitto in futuro. Lo scopo della brand protection è proprio quello di evitare queste pratiche da parte di chi vuole trarne dei profitti economici personali.
Il fenomeno, chiamato anche “cybersquatting” e “squatter” chi lo pratica, ma anche “domani speculation” negli Stati Uniti, rimane tuttora legale ma introduce chiaramente delle problematiche per quelle nuove aziende che vogliano posizionarsi su internet con un nome che risulta già online (e quindi tutta una serie di questioni etiche legate alla correttezza).
Inoltre le nuove attività che prevedono una presenza (ormai scontata e necessaria) online, devono pensare, oltre alla registrazione e acquisto del dominio interessato, anche a tutte quelle estensioni libere legate al proprio dominio che possono risultare utili per eventuali sbocchi di business in futuro in mercati diversi da quello di partenza e anche per prevenire attacchi da parte di squatters.
Può sembrare banale ma la questione è più complessa: chi si occupa di brand protection sa che proteggere la propria identità in Rete vuol dire molto più che acquistare domini.
E se uno o più domini sono già occupati? In questo caso bisogna procedere con il suo recupero, tramite un processo di negoziazione, una serie di pratiche amministrative oppure attraverso una vera e propria procedura legale.
Inoltre è molto importante che il marchio sia registrato nel TMCH – Trademark Clearinghouse – ovvero il database globale di marchi registrati autorizzato da ICANN che protegge i domini creati con i nuovi gTLD. La presenza del marchio all’interno di questo database permette al titolare del brand di avere la priorità nel processo di registrazione di un nome a dominio durante il periodo di Sunrise dei nuovi gTLD (ovvero il periodo – obbligatorio – che deve precedere la libera registrazione delle nuove estensioni da parte del grande pubblico), un vantaggio possibile appunto solo previo inserimento del marchio nel database.
È necessario quindi affidarsi ai professionisti del settore, che conoscono tutta la procedura necessaria, mettono a disposizione la loro competenza e fanno sicuramente risparmiare tempo e fatica.
Il consiglio è quello di definire bene il proprio brand e capire come evolverà in futuro e in quali mercati approderà, per elaborare un piano di acquisto di tutte le estensioni legate al proprio marchio e al proprio business. Questo non vuol dire che saranno utilizzati tutti fin da subito, ma almeno diminuiranno le possibilità di attacchi da parte di chi fa speculazione. In neen ad esempio avrai la possibilità di acquistare più estensioni del tuo dominio e di lasciarle in “parking”, ovvero in standby, mantenendone la titolarità. In questo modo potrai risparmiare fino a 3 euro in un anno che potrai decidere se usare per sconti su servizi futuri oppure se devolverli in beneficienza. In quest’ultimo caso potrai scegliere uno dei progetti di charity proposti.