6 caratteristiche che un CTO non può non avere [INTERVIEW]

CTO
05 novembre 2014
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Il Chief Technology Officer o Chief Technical Officer, comunemente abbreviato come CTO, è un manager che fa parte del consiglio direttivo di un’azienda o che vi partecipa attivamente con il compito di monitorare, valutare e suggerire direttamente al consiglio direttivo e al CEO le tecnologie e le strategie più utili all’azienda.
Abbiamo provocatoriamente chiesto a Luigi Molinaro, CTO di neen dal 2011, quali sono le caratteristiche imprescindibili per il CTO di una hosting company.

Luigi Molinaro CTO neen

Il CTO di un’azienda deve avere una formazione tecnica, specialmente se l’azienda è tecnica come neen, e in passato deve aver ricoperto un ruolo tecnico, in modo da sapere come funzionano le dinamiche in un reparto così delicato e sui generis; “mi fido di più di un allenatore ex-giocatore, che di un puro accademico” sottolinea Luigi.

Il CTO deve guardare oltre al monitor che ha davanti agli occhi e deve avere una vision sui prodotti e sui servizi che la sua azienda tratta. Luigi cita l’esempio del lancio sul mercato di quello che fu uno dei prodotti più rivoluzionari di fine secolo: l’iPod. Un prodotto che tecnicamente esisteva già sul mercato da tempo, ma che Apple è riuscito a ripresentare in modo diverso, lanciandolo al momento giusto e in un modo unico. Una vision che va oltre i puri tecnicismi.

Un CTO non può non avere qualità di Project Management. Deve poter creare strumenti e sistemi analitici per una corretta valutazione tecnica dei propri collaboratori, dei partner con i quali l’azienda lavora e ai quali si appoggia. Deve inoltre saper valutare quanto un progetto è profittevole valutandone costi, ricavi e quant’altro. Infine, deve saper consigliare al direttivo e al CEO con quali aziende è giusto collaborare, di quali tecnologie avvalersi e quali progetti vale la pena portare avanti.

Un CTO non può e non deve vedere un prodotto solo da un punto di vista tecnico.  “Un prodotto può essere valido quanto si vuole” afferma Luigi “ma rimane sempre un prodotto fino a se stesso. Un prodotto o un servizio deve poter essere inserito e visto all’interno di mercato e deve poter assumere un valore commerciale”.

Un valido CTO, secondo Luigi, deve comunque essere il miglior CTO possibile per l’azienda in cui lavora e saper customizzare il più possibile il suo ruolo secondo le esigenze aziendali, che sono diverse per piccole, medie e grandi aziende. Ad esempio, in neen, che è una media azienda in crescita, un CTO deve sapersi sporcare i polpastrelli sulla tastiera spesso e volentieri.

Un CTO” conclude Luigi “deve saper trovare l’itudine in ogni suo collaboratore, ma soprattutto deve conoscere la sua”.

Dopo avere letto queste caratteristiche, si capisce perché molte aziende includono stabilmente il CTO nel consiglio direttivo aziendale insieme a CEO, COO, CFO e CIO: il 60% delle aziende americane, il 67% di quelle europee e il 91% di quelle giapponesi.

La storia narra che durante un viaggio in aereo il CEO di Motorola si confrontò con il suo CTO sull’identificazione dell’obiettivo tecnico principale della società, e il risultato fu il seamless mobility. Il CTO di allora sottolineò che le reti a banda larga si sarebbero diffuse e che il cellulare sarebbe stato lo strumento ideale per sfruttare la cosa: la storia di Motorola, per quanto riguarda la divisione mobile (a parte gli ultimi anni), parla da sola.

Luca  Zucconi Web Product Manager