Il mondo dell’hosting in Italia in uno scenario internazionale: pro e contro

11 dicembre 2014
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Le hosting company in Italia hanno iniziato a svilupparsi 4-5 anni dopo la nascita delle equivalenti realtà oltre oceano; banalizzando, potremmo dire che questo gap non è ancora stato colmato, anzi, rischia di allargarsi ulteriormente. Il mercato italiano, inteso come bacino di clienti e progetti, è stato per anni tendenzialmente: meno numeroso; meno disposto ad

e-commerce 2014 in Italia, Germania, Francia e UK [INTERVIEW]

ecommerce_italia
05 dicembre 2014
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In Italia nel 2013 l’e-commerce ha fatto segnare un tasso di crescita pari al +18% per un valore di 11,3 miliardi di euro e ha continuato nel 2014 con una crescita del 17% con un valore di vendite che ha raggiunto quota 13,3 miliardi di euro. Molto interessante il raddoppio delle vendite effettuate via smartphone (+100%), pari a 1,2 miliardi di euro, che insieme a quelle dei tablet, incidono per il 20% sull’e-commerce (fonte: Osservatorio e-commerce Politecnico Milano)

Contesti culturali nel mondo del lavoro

Contesti_multietnici
04 dicembre 2014
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Nelle realtà lavorative del mondo, gli uffici sono sempre più interculturali: competenze ed esperienze non dipendono dall’origine etnica delle persone, con il risultato che il luogo di lavoro diventa un microcosmo da cui si può imparare davvero molto. In neen è un dato di fatto.

Virtualizzazione server con tecnologia KVM

Virtualizzazione_server
03 dicembre 2014
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La virtualizzazione sta diventando ogni anno sempre più ricercata e diffusa, a causa della reale necessità delle aziende di avere ambienti multipli sullo stesso server fisico. In questo articolo spingeremo molto sulla tecnologia KVM, che abbiamo scelto, per una serie di motivi, come principale metodo di virtualizzazione e che utilizziamo anche in neen in previsione di aggiungere anche Docker più avanti.

Brand protection: strategia attraverso acquisto domini

Brand protection
02 dicembre 2014
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In un contesto come quello del web, ha senso parlare di brand protection? La risposta è: assolutamente sì. Dal momento che le regole di controllo dell’advertising online sono molto sfocate e ben lontane dall’essere chiare, capita sempre più spesso che i brand, attraverso i propri nomi, vengano usati per promuovere contenuti non inerenti o addirittura prodotti dei propri competitor. O ancora che il brand venga usato per spammare o per essere associato a contenuti che influenzano negativamente la propria immagine.